La Chiesa cattolica è stata così definita dal Bellarmino: “La comunità di tutti i fedeli, uniti dalla professione della medesima fede e dalla partecipazione ai medesimi sacramenti, sotto l'autorità dei pastori legittimi, particolarmente del romano pontefice, vicario di Cristo in terra”. Questa definizione, teologicamente e canonicamente esatta, ha il limite di inquadrare principalmente la società visibile, qual è in effetti la Chiesa, senza però riferirsi sufficientemente al mistero religioso e alle prospettive escatologiche della Redenzione.
La missione della Chiesa consiste nel realizzare nel tempo e nello spazio, cioè nella storia, la missione affidata da Cristo agli apostoli, avvalendosi delle strutture essenziali volute dal Redentore: primato di Pietro (e dei suoi successori, i pontefici romani), organizzazione gerarchica (mediante i vescovi) delle comunità cristiane, dispensazione della Grazia redentrice attraverso il ministero dei sacerdoti e mediante i sacramenti. Il ministero ecclesiastico comporta tre aspetti principali (che si deducono dalle parole di Cristo riferite da san Matteo, 18, 19-20): l'ufficio profetico o di magistero (annuncio del Vangelo e
insegnamento religioso), l'ufficio sacerdotale, l'ufficio pastorale (governo delle anime).
[...] Il conflitto che sul finire del secolo oppose Bonifacio VIII al sovrano di Francia Filippo il Bello testimoniò ampiamente il deteriorarsi della supremazia pontificia, rimasta ormai solo un ricordo. Nel periodo del papato avignonese i contrasti fra la Santa Sede e l'imperatore Ludovico il Bavaro portarono anzi alla formulazione da parte del sostenitore dell'imperatore, Marsilio da Padova (Defensor pacis, 1324), di una teoria che spogliava completamente la Chiesa da ogni privilegio, confinandola al campo meramente spirituale. Dalla parte opposta le vecchie tesi teocratiche vennero sostenute da Agostino Trionfo e Alvaro Pelayo. [...]
[...] Ma, come il granello di senape del Vangelo, essa si è enormemente sviluppata. Questo sviluppo è la legge di ogni organismo vivente: sul piano dottrinale, questo sviluppo si attua attraverso uno sforzo di approfondimento continuo del dato rivelato, sforzo che si traduce in una sistemazione, in una formulazione più precisa del dogma (definizioni dogmatiche); sul piano istituzionale, attraverso un'organizzazione concreta, che sfocia nelle solide strutture gerarchiche della Chiesa moderna; sul piano pastorale, attraverso un adattamento alle condizioni concrete delle diverse civiltà che accolgono il messaggio evangelico. [...]
[...] La società dei cristiani forma un corpo, la testa del quale è il Cristo, vero capo della cristianità; al re spetta di reggere i territori che gli sono stati affidati dalla grazia divina, ma reggerli secondo le finalità del Corpus, il che equivaleva a dire secondo le direttive della religione cristiana. La superiorità della Chiesa sullo Stato venne infine enunciata, nella seconda metà del IX sec., nelle Decretalipseudoisidoriane elaborate probabilmente in Francia e incorporanti in sé il testo della famosa “donazione di Costantino”. In esse era radicato il concetto della supremazia dell'autorità ecclesiastica su quella temporale, e del vescovo di Roma su tutti i vescovi del mondo. I secoli seguenti videro il declino della Chiesa, sempre più invischiata nelle lotte temporalistiche italiane. [...]
[...] Prodotto da una duplice corrente ideale, l'Umanesimo e il bisogno di una religione più interiore, il movimento riformatore mise l'accento, nello stesso tempo, sulla totale dipendenza dell'uomo rispetto alla Grazia e sullo slancio individuale della vita religiosa. Le critiche relative agli della Chiesa di Roma furono, in questo senso, un aspetto successivo. Per lungo tempo fu difficile segnare con esattezza la linea tra i riformatori che volevano restare uniti alla Chiesa di Roma e quelli che non lo volevano. Le definizioni dottrinali del concilio di Trento (1545- 1563) resero la separazione definitiva. [...]
[...] Libera Chiesa in libero Stato, formula usata da Cavour (che la derivava dal Montalembert) per riassumere la propria concezione nel campo della politica ecclesiastica, e che poi è restata a sintetizzare ogni politica fondata sulla separazione della Chiesa dallo Stato. Fuori della Chiesa non c'è salvezza, formula teologica dovuta a Origene (omelia In Iesu Nave indicante che non v'è altra salvezza spirituale se non quella predicata dalla Chiesa cristiana. Relig. cattolica. Chiesa militante, l'insieme dei fedeli viventi, in lotta contro il male e in azione per la costruzione del regno di Cristo. [...]
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