Il denaro nella Bottega del caffè è il vero motore dell'azione e il ruolo centrale, perché il denaro anima tutti gli relazioni tra i differenti personnaggi. La Bottega del caffè fu rappresentata per la prima volta in aprile 1750 a Mantova e durante 12 sere al teatro San'Angelo a Venezia. Le relazioni tra i personnaggi sono motivate per dal denaro, una vera ossessione. Goldoni, mette in scena un problema sociale. A Venezia i caffè sono il centro attivo della vita pubblica. A partire dal 1760, il governo fa sorvegliare i caffè. Goldoni ha messo questa cattiva reputazione nella sua messinscena (...)
[...] Eugenio: Ma se vi dico Leandro : Una cioccolata, andiamo. (Da sè) Già Ridolfo non mi vede. (Da sè) Il merlotto è nella rete. (Entra con Eugenio nella bottega del giuoco). Goldoni in questa commedia mette il denaro al centro, di tutte le sottigliezze della societa veneziana, che a per divertimenti il gioco, di cui il latore è Eugenio e il gioco è un circolo vizioso. La vicenda si conclude con la vittoria del bene e l'espulsione di Don Marzo della città . [...]
[...] Per Goldoni, il caffè è un luogo d'incontro ideale, ma anche un centro d'attrazione e d'osservazione. Eugenio ha una doppia passione, le donne e il gioco. Le donne sono le vittime degli uomini. Il denaro fa l'oggetto d'un discorso complesso e rivelatore. Ridolfo è l'unico personaggio positivo della commedia, dice : La gola è un vizio che non finisce mai, ed è quel vizio che cresce sempre quanto più l'uomo invecchia. La borghesia è la classe la meno corruttibile, perché questa classe ha l'onore per base. [...]
[...] Goldoni ha messo questa cattiva reputazione nella sua messinscena. Nel 1765, il senato vieta l'accesso del caffè alle donne. I clienti dei caffè sono tutti afflitti d'un vizio o d'un ridicolo. Goldoni trasmette l'immagine di una umanità di cui la situazione non è delle più brillanti. Ovunque nella Bottega del caffè, il campo semantico del denaro è presente, per esempio, Pandolfo parla con Ridolfo d'un giuoco sedicente innoncente : Ridolfo : Giuocano ancora in bottega ? Pandolfo: Si lavora a due telaj. Ridolfo : Cosi presto ? [...]
[...] Sapete che per il vostro giucco siete stato dell'altre volte in cattura. Pandolfo: Mi contento di poco. Ho buscati due zecchini, e non ho voluto altro. Ridolfo : Bravo ! pelar la quaglia senza farla gridare. A chi gli avete vinti ? Pandolfo : Ad un garzone d'un orefice. Ridolfo : Male, mallissimo : cosi si dà mano ai giovani perchè rubino ai loro padroni. Pandolfo è un uomo senza scrupoli, propone a Eugenio di aiutarlo a ritrovare il suo denaro. [...]
[...] I denari di chi va là dentro sono tutti suoi. Eugenio, per esempio, ha perduto cento zecchini in contanti, una fortuna e va anche fino a vendere agli orecchini di sua moglie. Durante tutta la commedia Goldoni parla di gioielli impegnate, di crediti e di creditori, di prestiti a tassi proibitivi e d'investimenti. Nella Bottega del caffè, i personaggi manipolono il denaro sulla scena, quel che è novatore per il teatro del' epoca : Eugenio : Aspettate tenete questo ducato (cava un ducato della borsa, che gli ha dato Ridolfo). [...]
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