City, Alessandro Baricco, analisi trama narattiva, confronto linguistico-stilistico
L'analisi linguistico-stilistica della trama narattiva nell'opera City di Alessandro Baricco
[...] Tutte quelle storie sulla tua strada. Trovare la tua strada. Andare per la tua strada. Magari invece siamo fatti per vivere in una piazza, o in un giardino pubblico, fermi lì, a far passare la vita, magari siamo un crocicchio, il mondo ha bisogno che stiamo fermi, sarebbe un disastro se solo ce ne andassimo, a un certo punto, per la nostra strada, quale strada? Sono gli altri le strade, io sono una piazza, non porto in nessun posto, io sono un posto. [...]
[...] Tipo i pesci, per dire. Chi ci capisce niente di cosa vogliono, o dove stanno andando, e perché. Sono pesci. E possono crepare per quello che per te vita. (A. Baricco p.123) City è un libro che rappresenta perfettamente i principi del sistema a duplice aspetto un incrocio di attraversamento di immagini emozionali integrate nella sensazione innata e collettiva del lettore dove si mischiano frammenti di cinema, letteratura, esperienze ancorate nell'immaginario che riuniscono motivi, personaggi e simboli mediante le varie forme espressive. [...]
[...] (A.Baricco,2002, p.39) Il mondo in cui vivono è un posto isolato dal mondo esterno in cui non esistono limiti fantastici ed intellettuali solo quelli fisici. Nel romanzo nessuna idea, nessuna forma è vera dove il lettore non può trovare nessun punto di riferimento, nessuna via di uscita da questo labirinto dei pensieri basati sul nichilismo estremamente tipico della civiltà 'moderna'. Non esiste una carta geografica che renderebbe le vie del City accessibili a tutti perché l'autore cerca di dimostrare al lettore l'onnipresente carta cognitiva dello spettacolo, cioè la necessita di affrontare l'infinita varietà delle identità in ricerca della loro soggettività. [...]
[...] Il risultato di questo esperimento tecnico è la dimensione intertestuale del City che si costituisce nelle elaborazioni del testo: un patchwork di brani di testo non integrali, raccontati a sequenze, che abbonda di strutture lessicali e fraseologiche insolite. Baricco si vanta della sua capacita furba dell'invenzione di un interlinguaggio nel mondo inesistente che rende la scrittura ironica ed incomprensibile. È un semplice cruciverba autoreferenziale che induce il lettore di imbucare nel labirinto dell'intelletto surreale di Baricco nella divertente ricerca dei termini giusti. [...]
[...] Analisi linguistico stilistica di City Alessandro Baricco: È una cosa strana. Quando ti accade di vedere il posto dove saresti salvo, sei sempre lì che lo guardi da fuori. Non ci sei mai dentro. È il tuo posto, ma tu non ci sei mai.[1] Per capire interamente la poetica di questo romanzo, frutto della stupenda intelligenza scrittrice di Alessandro Baricco, si propone di cominciare la sua ricerca analitica con la spiegazione del titolo. Perché un romanzo, considerato la più alta e solenne forma di scrittura tra tutti i generi letterati, è stato intitolato ‘City', culla intellettuale della creatività? [...]
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