Senilita, Italo Svevo, Gustave Flaubert, L'éducation sentimentale, Emilio Brentani, Fabrice, France, primo romanzo, tentativo paradossale di affermazione, vizi dell'amore, natura, intellettuale, Angelica, sceneggiatore, agitazione mentale, pretesto all'introspezione
Alla fine dell'Ottocento e all'inizio del Novocento emerge la figura dell'inetto, che impersona uno sgomento di fronte alla società ed un'incapacità di agire su di lei. Così, il Fabrice di Flaubert (L'éducation sentimentale) osserva passivamente tutti i maggori eventi politici del 1848 francese. Questo tema è in particolare amblematico d'Italo Svevo, i cui protagonisti sono quasi tutti degli inetti. Difatti, quello di Senilità, Emilio Brentani, è uno scrittore che però non riesce più a scrivere dopo il primo romanzo. Quest'inattezza al mondo viene per l'appunto illustrata dal titolo del romanzo, che suggerisce una "senilità" precoce del personaggio, e dunque il suo arrettramento volontario dal mondo. Pertanto, il romanzo si apre su un tentativo paradossale di affermazione di Brentani, quando corteggia Angelica per insegnarle i vizi dell'amore, da superiore. Emilio è quindi in conflitto con la propria natura di inetto, provandosi continuamente ad agire e ad affermare la propria superiorità, per quanto intellettuale di fronte all'amico, o per quanto uomo più anziano di fronte all'amante. In questo brano, Emilio avendo scoperto che Angelica lo tradisce, decide di sorprenderla col suo amante per rompere la loro relazione. Questo tentativo di precipitare e di mettere in scena la rottura svela la natura paradossale di Emilio. Da una parte, facendosi sceneggiatore, dimostra la sua volontà di agire e di controllare gli eventi. Dall'altra parte tuttavia, tutto l'estratto che stiamo per commentare ostenta l'incapacità per Emilio di agire realmente, se non nell'immaginazione.
[...] Questo sdoppiamento gli permette un'autoanalisi, tipica del protagonista sveviano (come avrà Zeno) Dei discorsi finti - Emilio mette in piedi diversi discorsi immaginari. Tutti dicono la stessa cosa: "addio" (riga ma con tono diverso, nel modo di una variazione musicale sullo stesso tema. Sembra anché un pezzo teatrale in cui sono date le indicazioni per interpretare : "dolci" (riga "Poche e durissime e fredde" (riga 13). "Tirade des nez" nel Cyrano de Bergerac - Questi primi due discorsi vengono fatti al discorso diretto. [...]
[...] Questa volontà di agire in un modo romanzesco, quasi per corrispondere alle esigenze del lettore, pur essendone incapace come inetto, si ritroverà nella letteratura del Novecento più recente. Per esempio, negli Indifferenti di Moravia, Michele prevvede l'omicidio di Leo per diffendere l'onore della sorella Carla e della madre. E cosciente che quello sia l'atteggiamento aspettato da lui, però, non è capace di soddisfare quell'esigenza, e fallisce la propria impresa. Il romanzesco fallisce negli atti, e si svolge soltanto nella mente dell'inetto. [...]
[...] Come l'Orlando, Emilio diventa il terzo incommodo di fronte a una coppia ("Angiolina faceva all'amore con l'ombrellaio", riga La gelosia nel testo - la figura del "rivale" (riga 26). Viene qualificato soltanto dalla professione (righe 41). Non ha dunque altra identità che quella di rivale in un triangolo amoroso. - campo semantico dell'onore: "deriso" (tre volte, riga "ridicolo" (riga vendetta (riga 20). Si tratta di combattere Angiolina come un gentiluomo che diffende il proprio onore in un duello. Difatti, il combattimento prende la forma di un duello, del quale il rivale si trova escluso. Le parole che immagina Emilio sono tutte rivolte alla sola Angiolina. [...]
[...] Senilita - Italo Svevo (1898) - In che modo Emilio personifica l'inetto in tutta la sua Alla fine dell'Ottocento e all'inizio del Novocento emerge la figura dell'inetto, che impersona uno sgomento di fronte alla società ed un'incapacità di agire su di lei. Così, il Fabrice di Flaubert (L'éducation sentimentale) osserva passivamente tutti i maggori eventi politici del 1848 francese. Questo tema è in particolare amblematico d'Italo Svevo, i cui protagonisti sono quasi tutti degli inetti. Difatti, quello di Senilità, Emilio Brentani, è uno scrittore che però non riesce più a scrivere dopo il primo romanzo. [...]
[...] Così "nell'oscurità studiò la smorfia di schifo con cui avrebbe detta questa parola" (riga 28). - Anché alla fine del brano, quando ritraccia diversi percorsi geografici possibili che potrebbe usare Angiolina Per concludere, in questo brano, Emilio, per quanto impersonna l'inetto sveviano, si mostra capace di uno sdoppiamento propizio all'introspezione e all'autoanalisi. Per quanto può osservare sé stesso ed analizzarsi, diventa addirittura una figura dell'autore stesso, capace di scrivere la propria storia colle armi dell'immaginazione. Pertanto, il personaggio agisce soltanto nella propria fantasia, e non nel mondo reale. [...]
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