Povero nano, Dario Fo, monologo, assurdo, donna, immagine della donna, desiderio, avidità
Dario Fo è un drammaturgo e scrittore italiano, nato in una famiglia proletaria di tradizione democratica e antifascista, scopre giovanissimo il teatro popolare e la tradizione orale, attraverso il nonno, noto « fabulatore ».Fu un autore-attore-regista di grande abilità pantomimica. Pratoca un teatro politico-militante e antiborghese, richiamandosi a la lezione dell'assurdo linguistico e alla tecnica drammaturgia di Brecht. Nel 1952 scrive i suoi primi monologhi comici perla radio, dal titolo « Povero nano ». Nel 1954 sposò Franca Rame, con cui scriverà « una donna sola »che fa l'oggetto della nostra analisi. Infatti, Dario Fo e Franca Rame hanno creato un pastiche tragicomico delle miserie e dell? 'opressione maschile comuni alla condizione delle casalinghe concentrandole in un unico personaggio. Così, in questo monologo, hanno scelto di mettere in scena una casalinga, Maria, moglie di un uomo che la costringe a restare chiusa in casa.
[...] - possiamo notare la ripetizione verbo « scappare » a tre volte, e di « poi » che da l'impressione Di una lista : « poi è scappata, poi né è venuta? » - Dopo spiega la causa di queste fughe di notizie, continuando questo dialogo-monologo con questa "vicina": dice che è colpa del cognato. con la domanda si ha l'impressione che il dialogo tra la vicina e lei continui come se la vicine avesse chiesto il motivo della fuga di queste donne. - Dunque, la donna rispose con due negazioni : « no non per me? » e dice « per mio cognato ». [...]
[...] - Abbiamo dopo un paragone poetico « mio marito mi tiene compagnia come una rosa nella sera ». - Poi, possiamo notare una successione di « ho" seguito da aposopiasi che si stila come una lista: il bisogno di dire tutto quello che ha - prima forma iperbolica : « ho tutto . » qui il lettore si aspetta poi la Lista di questo « tutto ». Una lista un po' deludente, perché la donna cita "ho . dio", qui l'aposopiesi segna questo momento di riflessione dove cerca ci che ha veramente nella sua vita per rassicurarsi. [...]
[...] - La scena si svolge in un solo luogo : la casa - le numerose aposopie lungo il testo teatrale indicano la necessità di riempire il vuoto per la donna, di parlare incessantemente, le aposopie incarnano le parole successive che sono in riflessione e pronte per essere schierate, incarnano anche il malessere della donna sempre annoiata, imbarazzata, quasi sull'orlo della follia a causa della sua reclusione in questa casa. le aposopie segnano questi brevi momenti di vuoto che devono assolutamente essere colmati dal protagonista la gioia della conversazione con la « vicina » La donna usa di un lessico quotidiano, il che rafforza l'aspetto comico della scena che è, tuttavia, una denuncia della condizione delle donne. [...]
[...] Povero nano - Dario Fo (1952) - Così, ci chiederemmo in quale modo attraverso questo monologo di una donna sola che confessa la sua vita assurda, Dario Fo e Franca Rame denunciano l'immagine della donne come un'oggetto del desiderio, della cupidigia e del consumo per l'uomo? Introduzione : Dario Fo è un drammaturgo e scrittore italiano, nato in una famiglia proletaria di tradizione democratica e antifascista, scopre giovanissimo il teatro popolare e la tradizione orale, attraverso il nonno, noto « fabulatore ».Fu un autore-attore-regista di grande abilità pantomimica. [...]
[...] Infatti, chiedendo al vicino che le fa compagnia, racconta il suo modello familiare, la sua quotidianità e capiamo subito che questa solitudine è dovuta a marito e figli assenti, che la costringono a rimanere rinchiusa. - Questo momento è incorniciato dal sostantivo « compagnia », il che sottolinea l'ossessione della donna per la compagnia > la frase che conclude il primo momento si ferma su « mi tiene compagnia » e il secondo momento si apre sulla domanda : « e lei come fa a tenersi compagnia ? [...]
Source aux normes APA
Pour votre bibliographieLecture en ligne
avec notre liseuse dédiée !Contenu vérifié
par notre comité de lecture