Il rapporto tra il soggetto e il predicato esiste soltanto nel nostro pensiero e noi lo trasportiamo nel linguaggio. Il fatto che una parola è considerata come soggetto, e l'altra come predicato dipende da noi stessi, cioè dipende dal rapporto tra i fenomeni naturali che vogliamo mettere in evidenza.
Il rapporto soggetto-predicato nell'atto comunicativo rappresenta il risultato della scelta dell'uomo che scompone il fatto reale secondo la propria volontà e le tradizioni linguistiche d'un sistema. Una volta stabilita questa scelta, dipende da noi e spesso dal carattere della lingua se questo rapporto verrà espresso mediante un costrutto verbale o nominale.
Negli esempi di costrutti nominali l'elemento nominale del predicato (in volo) assomiglia molto al complemento di luogo, ma non lo è. Professore Jernej chiama questa parte del predicato nominale accopula di situazione. Non è sempre facile, spesso neanche possibile sostituire un costrutto nominale con un costrutto verbale e viceversa perché il sistema linguistico di una lingua ha creato dei cosiddetti sintagmi prefabbricati seguendo l'uso quotidiano nel processo evolutivo e certe convenzioni di natura linguistica.
Qui è possibile trasformare le frasi soltanto nel modo passivo, però non si tratta di costrutti nominali. L'unica differenza è che l'aspetto attivo diventa aspetto passivo, ma è ancora verbale. Diverse lingue creano da sole delle espressioni per esprimere la stessa cosa. Si creano calchi brutti traducendo ad literam. Ogni sistema linguistico limita la libertà del parlante in un certo senso.
Il predicato dal punto di vista funzionale è un tassema e dal punto di vista semantico è un sintagma con la funzione sintattica che nell'atto comunicativo esprime: l'azione, qualità, quantità, stato, condizione, ma anche la pura esistenza (Io sono.) Il predicato può essere nominale o verbale
[...] I libri si vendono a buon prezzo. Le luci si accendono di notte. I regali si fanno ai bambini. i costrutti riflessivi impersonali questi costrutti non hanno valore passivo perché non c'è il soggetto, almeno il soggetto non è espresso esplicitamente e dobbiamo immaginarlo es. Si teme per la salute del padre. Si viaggia molto negli ultimi anni. Si pretende molto da me. ACCORDO TRA IL SOGGETTO E IL PREDICATO Il predicato di regola concorda con soggetto nel numero, genere e nella persona. [...]
[...] Il predicato verbale detto anche sintetico (indivisibile) è costruito da un verbo che da solo può portare un significato (es. Io parlo) oppure il cui significato si realizza su un altro elemento che può essere un complemento diretto o indiretto. es. Io apro la porta. COD Qualcuno bussa sulla porta. COI I verbi che fungono da predicato verbale sono: i verbi transitivi diretti l'azione espressa da questi verbi si compie sull'oggetto e si compie direttamente (senza aiuto sintattico).Molti verbi possono fungere da verbi transitivi diretti come: scrivere, leggere, mangiare, dare ecc. [...]
[...] in che situazione? Mario è disoccupato. Il predicato nominale è composto di due elementi e perciò viene detto predicato analitico. Le parti del predicato nominale sono : elemento funzionale detto copula nucleo semantico o accopula COPULA è l'elemento che serve da collegamento tra il soggetto e il complemento predicativo del soggetto. ACCOPULA (nucleo semantico o complemento predicativo del soggetto) fa parte strutturale del predicato, ma si riferisce al soggetto, cioè esprime una qualità, uno stato del soggetto. es. Egli è studente. [...]
[...] confessarsi Mario si confessò colpevole. sentirsi Si sentivano incapaci a proseguire la marcia. trovarsi Lo trovai disposto ad aiutarci. Il comp. predicativo dell'oggetto può trovarsi nel costrutto verbo avere + oggetto diretto + complemento nominale che serve in questo costrutto alla descrizione di qualità fisiche e psichiche. es. Egli ha la barba lunga. ( è di barba lunga) La ragazza ha i capelli neri. Egli ha la tempre brutta. Il predicato nominale si presenta: in certe locuzioni in concorrenza con il predicato libero. es. [...]
[...] Non si tratta di un predicato nominale, ma verbale che porta il significato stare in una posizione”. es. Egli è a casa. Domani saremo a Napoli. Al posto del verbo copulativo essere possono trovarsi anche altri verbi che assumono valore copulativo. Il verbo stare può essere copulativo quando si identifica con il verbo essere. es. Io sto bene (Io sono molto bene) * il costrutto stare + gerundio risulta sempre con il predicato verbale. es. Io sto parlando. La funzione del verbo copulativo assumono anche i verbi indicanti uno stato in generale restare, rimanere, nascere, morire crescere ecc. [...]
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