Situato su una delle grandi vie mondiali di comunicazione, fin dai tempi più antichi l'Afghanistan dovette difendersi da numerosi tentativi d'invasione. Non solo i satrapi di Ciro e di Dario cercarono infatti di occuparlo, ma lo stesso Alessandro Magno vi condusse una memorabile campagna invernale, attraversando i passi inaccessibili dell'Hindu Kush, quando giunse fino a nord della Sogdiana (od. Turkmenistan). Dopo di lui, si stabilì a Battra (od. Balkh) una dinastia greco-battriana, che governò il paese dal 250 al 50 a.C. Prima dell'avvento arabo il paese subì una duplice influenza: ellenica e indiana.
Dal 129 a.C. al 480 d.C. orde di Saka (Sciti) e di Kushana discesi dal Nord si convertirono all'induismo, creando così una civiltà originale nota col nome di tokharia, che dal luogo di origine si diffuse poi anche alla Sogdiana e alla Serinda (Turchestan cinese). Verso il 480 l'Afghanistan fu diviso fra gli Unni Eftaliti e i Sassanidi; nella prima metà del IX sec., infine, il paese fu convertito all'islamismo e, da allora, di volta in volta costituì un'entità politica isolata o fece parte di vasti imperi (Ghaznavidi, Timuridi), conservando sempre viva la fede sunnita.
[...] penetrarono influenze dall'Iran sassanide, seguite da un ritorno di influenze indiane. I monasteri comprendevano santuari e sale raggruppati intorno o presso uno stupa. La pietra, rara nel paese, era usata solo nei rivestimenti; certi gruppi, come quello di Bamian, erano scavati nella roccia. Le sculture, per la maggior parte, erano eseguite in stucco (eccezionalmente in scisto), come le grandi immagini del Buddha Sakyamuni, dal drappeggio classico, e bassorilievi di piccole dimensioni rappresentanti episodi della sua vita (Hadda). Affreschi rivestivano le pareti, le cupole e i soffitti a false travi dei santuari rupestri; in queste pitture a toni vivaci si può individuare un'evoluzione che presenta caratteri diversi: apporti irano- sassanidi, influenze dell'India greco-buddhista e gupta. [...]
[...] Ormai direttamente controllato dall'URSS, l'Afghanistan perdeva credibilità internazionale, mentre si intensificava la guerriglia. A seguito dell'invasione sovietica e della guerriglia, oltre due milioni di persone si sono rifugiate in Iran e soprattutto in Pakistan, dove si trovano i principali punti d'appoggio logistici delle organizzazioni che conducono la lotta armata. I tentativi di Karmal per rilanciare l'economia non hanno ottenuto migliore fortuna di quelli per stroncare la guerriglia: solo il massiccio intervento sovietico ha impedito il fallimento dei suoi programmi. Già il primo anno di guerra aveva infatti dimostrato che l'idea di una rapida “normalizzazione” della situazione interna non aveva alcuna possibilità di successo. [...]
[...] Arti Archeologia Lo sviluppo dell'arte buddhista in Afghanistan è dovuto all'azione dei dinasti Kushana che, stabilitisi nella Battriana, a NO dell'India, nei primi secoli dell'era cristiana, favorirono l'affermazione del buddhismo e fondarono numerosi monasteri. I primi centri afghani di arte buddhista sono quelli di Hadda, di Shotorak, di Bamian e di Kunduz, mentre il più tardo è quello di Fundukistan (VII sec.). Durante un primo periodo, i monumenti e la loro decorazione, dipinta o scolpita, si rifecero allo stile greco- romano- buddhista: le tradizioni figurative del mondo ellenistico, romano e partico, fuse con quelle dell'India antica, si adattarono a fini e temi buddhisti. A partire dalla metà del III sec. [...]
[...] Gli Inglesi infatti, preoccupati dai progressi russi nella regione e desiderosi di delimitare l'India con una solida frontiera a NO, subirono numerosi scacchi nei ripetuti tentativi di conquistare il paese: furono sconfitti una prima volta a Kabul nel 1841-1842 (prima guerra afghana) e poi nel 1879, allorché una missione inglese a Kabul fu massacrata, dovette intervenire una spedizione militare guidata da lord Roberts che occupò la capitale (seconda guerra afghana). In quell'anno finalmente, col trattato di Gandamak, la Gran Bretagna ottenne il territorio di confine nel quale erano comprese le gole fra cui scorre il Kabul, affluente dell'Indo, e una serie di passi che rendevano più agevole la penetrazione nel paese. In quest'epoca, però, erano assai interessati all'Afghanistan anche i Russi che, per evitare un conflitto armato, nel 1885 definirono con l'Inghilterra un accordo che limitava le rispettive zone d'influenza nel paese. [...]
[...] Incerto rimane il riconoscimento del nuovo potere, fatta esclusione per il Pakistan, da parte dei paesi vicini e non per lo scontro tra la condanna dell'integralismo islamico e i forti interessi economici che un governo stabile potrebbe offrire. Storia militare Nel 1979, prima dell'intervento armato sovietico, l'esercito contava circa 100.000 uomini e 700 carri armati; l'aviazione 10.000 uomini e 74 caccia-bombardieri bombardieri e 40 caccia e ricognitori. All'atto dell'invasione (fine 1979), circa 70.000 soldati furono disarmati, ma alcune unità opposero resistenza, che cessò l'8 gennaio 1980. Molti soldati e alcune unità al completo si ritirarono sulle montagne. [...]
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