Giovanni Boccaccio nacque nel 1313, secondo alcuni a Certaldo, nei pressi di Firenze, secondo altri nella stessa Firenze. Fu lo stesso scrittore ad avvolgere di mistero il luogo della sua nascita, non scrivendone mai nelle sue opere, nelle quali si divertiva a celare le vicende, proprie ed altrui, e nomi reali di persone e luoghi dietro a riferimenti allegorici ed addirittura anagrammi. Tra i critici di fine Ottocento e d'inizio Novecento si era diffusa la leggenda che il Boccaccio avesse avuto i natali in Francia, a Parigi, concepito da una gentildonna transalpina con cui il padre, Boccaccio di Chellino, avrebbe avuto una breve relazione prima di ritornare in Italia portando con sé il figlio. È invece molto più probabile che lo scrittore sia nato, nella cittadina nei pressi di Firenze, da una legittima unione. È sicuro che il padre svolse l'attività di mercante a Certaldo e che Giovanni trascorse con lui i primi anni della sua vita, durante i quali fu educato dal maestro Giovanni Mazzuoli da Strada. Giovanissimo, fu mandato dal padre, agente della banca dei Bardi, a Napoli presso la filiale locale della banca, dove fu avviato alla prativa mercantile e bancaria.
[...] La relazione sarebbe continuata per un certo tempo, infine la donna avrebbe lasciato lo scrittore per passare a nuovi amori. Permangono molti dubbi sulla veridicità della relazione, e sicuramente la vicenda amorosa andò diversamente da quanto raccontato nella Elegia di madonna Fiammetta, dove è il protagonista maschile, un fiorentino di nome Panfilo, ad abbandonare la donna che rimane da sola a Napoli a curarsi le ferite del cuore. L'amore tra Boccaccio e Fiammetta sembrerebbe una delle tante vicende romanzate ideate dallo scrittore, anche se resta difficile pensare che sia stato esclusivamente un'invenzione letteraria. [...]
[...] È opinione di alcuni critici che l'allontanamento del Boccaccio da Firenze fosse dipeso da un secondo matrimonio del padre e dai cattivi rapporti con la matrigna. Il giovane si rivelò inabile al tirocinio intrapreso ed ottenne dalla famiglia il permesso di dedicarsi agli studi di diritto canonico prima ed a quelli letterari dopo. Furono anni d'intenso impegno sui libri, a cui il Boccaccio alternava i piaceri della vita montana napoletana, favorito dal fatto che l'appartenenza alla Compagnia dei Bardi gli permetteva libero accesso alla corte di re Roberto d'Angiò. [...]
[...] La vita di Giovanni Boccaccio Giovanni Boccaccio nacque nel 1313, secondo alcuni a Certaldo, nei pressi di Firenze, secondo altri nella stessa Firenze. Fu lo stesso scrittore ad avvolgere di mistero il luogo della sua nascita, non scrivendone mai nelle sue opere, nelle quali si divertiva a celare le vicende, proprie ed altrui, e nomi reali di persone e luoghi dietro a riferimenti allegorici ed addirittura anagrammi. Tra i critici di fine Ottocento e d'inizio Novecento si era diffusa la leggenda che il Boccaccio avesse avuto i natali in Francia, a Parigi, concepito da una gentildonna transalpina con cui il padre, Boccaccio di Chellino, avrebbe avuto una breve relazione prima di ritornare in Italia portando con sé il figlio. [...]
[...] Quando nel 1340 la Compagnia dei Bardi ebbe un tracollo economico, anche la famiglia Boccaccio ne subì le conseguenze e Giovanni, pur restando a Napoli, fu costretto ad una vita meno agiata. Qualche anno dopo preferì tornarsene a Firenze per gestire il patrimonio familiare morto il padre, per occuparsi del fratellastro. Nonostante le ristrettezze economiche lo scrittore continuò a vivere dignitosamente, svolgendo anche gli incarichi per il Comune di Firenze: nel 1346 fu a Ravenna, presso Ostasio da Polenta; nel 1347 a Forlì, presso Francesco Ordelaffi; nel 1350 in Romagna, come ambasciatore; nel 1351-52 a Prato, per trattare l'acquisizione della cittadina al Comune fiorentino, e presso Ludovico di Brandemburgo, come ambasciatore; nel 1354 e nel 1365 ad Avignone presso la Curia papale. [...]
[...] Infine, nel 1373, ebbe l'onore di leggere e commentare in pubblico, a Santo Stefano di Badia, i 17 canti dell'Inferno della Commedia dantesca. Boccaccio ritornò due volte a Napoli, dove aveva vissuto anni indimenticabili sia sotto il profilo culturale sia sotto quello personale: una prima volta nel 1362, invitato dal fiorentino Niccolò Acciaiuoli, che aveva acquisito grande prestigio presso la corte angioina, ma vi si trattenne solo sei mesi, lamentandosi dell'ospitalità ricevuta; una seconda volta, per pochi mesi, nel 1370, quando la città, dilaniata dalle lotte di successione tra gli Angioini pretendenti al trono e diffamata dalle malefatte della regina Giovanna, non suscitava più il fascino di un tempo. [...]
Source aux normes APA
Pour votre bibliographieLecture en ligne
avec notre liseuse dédiée !Contenu vérifié
par notre comité de lecture