La seconda figlia di Don Cipriano Palafox de Guzman y Portocarrero, Conte di Teba, e di Donna Maria Manuela Kirkpatrick y Grévigné nacque a Granata il 5 maggio 1826, nel "barrio" della Maddalena : le furono imposti i nomi di Eugenia, Maria, Ignazia, Agostina. Il padre era Grande di Spagna, la madre discendeva da una famiglia scozzese. Il nonno materno, William Kirkpatrick of Closeburn, era console degli Stati Uniti d'America a Malaga (...)
[...] F.Winterhalter- l'Imperatrice Eugenia. LA BELLA SPAGNOLA La seconda figlia di Don Cipriano Palafox de Guzman y Portocarrero , Conte di Teba, e di Donna Maria Manuela Kirkpatrick y Grévigné nacque a Granata il 5 maggio 1826, nel della Maddalena : le furono imposti i nomi di Eugenia, Maria, Ignazia, Agostina. Il padre era Grande di Spagna, la madre discendeva da una famiglia scozzese. Il nonno materno, William Kirkpatrick of Closeburn, era console degli Stati Uniti d'America a Malaga. Donna Maria Manuela de Montijo Madre dell'Imperatrice Eugenia La neonata era inoltre nipote di Donna Francisca de Sales Portocarrero, Contessa de Montijo, il cui titolo fu ereditato nel 1834 da Don Cipriano, che diveniva così anche Conte de Montijo. [...]
[...] Eugenia de Montijo A Luigi Napoleone dunque era stata presentata la Contessina Eugenia ed egli se n'era invaghito. Poco dopo essere divenuto Imperatore, Napoleone III invitò per il periodo che precedeva il Natale al Castello di Compiègne delle residenze da lui preferite- centouno ospiti, tra cui figurava Mademoiselle de Montijo, Contessa di Teba, accompagnata dalla madre. L'invito prevedeva per gli ospiti un soggiorno prolungato, e diverso a seconda degli ospiti e della loro qualità, partite di caccia nei boschi e gare di tiro. [...]
[...] Ma, colpito da ben 17 colpi di zagaglia, tutti ricevuti frontalmente, cadde, ucciso . Il suo corpo fu riportato in Inghilterra per nave, e poi a Camden Place , su un affusto di cannone per essere sepolto accanto al padre. Al funerale volle essere presente, in un gesto supremo di omaggio alla sfortunata famiglia dei Bonaparte, la Regina Vittoria. UN FIGLIO TANTO AMATO Eugenia, che aveva coraggiosamente affrontato tanti eventi nefasti, come la sconfitta nella guerra contro la Prussia che l'aveva privata del trono imperiale e costretta all'esilio, la morte del coniuge che l'aveva ridotta allo stato vedovile togliendole ogni prestigio e ogni sostegno, apparve subito prostrata oltre ogni dire dalla morte del figlio adorato. [...]
[...] Tuttavia Napoleone III non desiderava fare un matrimonio del genere, che lo avrebbe posto in uno stato di inferiorità rispetto ad una potenza straniera Volse dunque a suo favore la risposta della “bella spagnola” dopo aver annunciato il 22 gennaio 1853 al Senato e al Corpo Legislativo riuniti in seduta congiunta alle Tuileries che avrebbe sposato la Contessa Eugenia de Montijo, il seguente 29 gennaio celebrò con lei il matrimonio civile e il 30 dello stesso mese quello religioso nella Cattedrale di Notre Dame a Parigi . Robert Fleury- Le Nozze di Napoleone III con Eugenia de Montijo-1853 Il matrimonio suscitò non poche proteste nell'opinione pubblica. Giornalisti e scrittori tranciarono su di lei giudizi durissimi, come quello di Victor Hugo, che incolpava Napoleone III di aver sposato una donna leggera, e Maxime du Camp che la accusava di essere . [...]
[...] In Inghilterra la Regina Vittoria con la sua amicizia rinforzava l'unione tra i due paesi. In quel contesto euforico Eugenia andava approfondendo le sue conoscenze del paese cercando di rendersi gradita agli ambienti difficili e non sempre cordiali della Corte. I rapporti col consorte non erano però dei migliori: dopo la nascita del figlio egli aveva ripreso il consueto genere di vita, offendendola con lo scegliersi sempre nuove amanti, che esibiva pubblicamente incurante della presenza dell'Imperatrice. Ella dal canto suo scelse di non creare pubblici motivi di attrito con l'Imperatore, ma lo escluse dal talamo nuziale, impegnandosi sempre più nella politica e nell'educazione del figlio,nonché nell'assistenza sociale e nelle opere di carità. [...]
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