Situata nella fertile pianura lombarda, al centro della valle del Po, punto d'incontro naturale delle grandi vie di comunicazione internazionali e interne, transalpine (tra cui le ferrovie del Sempione e del San Gottardo) e pedemontane (linea Torino-Trieste), Milano gode di una posizione geografica privilegiata, che è all'origine del suo straordinario sviluppo economico. Il clima è continentale, con estati calde e inverni freddi, umidi, nebbiosi. La piovosità, distribuita in tutti i mesi dell'anno, registra punte massime in autunno e primavera.
La popolazione del capoluogo ha fatto registrare una rapida crescita negli anni Cinquanta e Sessanta arrivando, con un aumento di quasi mezzo milione di unità, a una punta massima di circa 1.750.000 abitanti. L'incrément si è basato prevalentemente sull'immigrazione di abbandante manodopera, giunta soprattutto dalle regioni meridionali per soddisfare la richiesta delle industrie milanesi e lombarde in pieno sviluppo, e solo in minor misura sul leggero attivo del saldo naturale. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta, difficoltà economiche interne e internazionali, meccanizzazione e automazione sempre più esasperate, nuova struttura e nuovi equilibri del mondo del lavoro hanno drasticamente ridimensionato la domanda di manodopera, riducendo il flusso migratorio a dimensioni molto modeste. Nel frattempo la natalità si è dimezzata e il saldo naturale ha assunto un segno negativo, con valori in diminuzione sempre più consistenti. All'inizio degli anni Novanta la popolazione del capoluogo contava 1.369.231 ab. (censimento 1991) e la distribuzione per fasce d'età rivelava un suo significativo invecchiamento.
[...] Nel tardo Ottocento svolsero un'importante attività teatrale il Lirico, sorto nel 1894 sull'area del teatro della Cannobiana, il teatro della Commedia (1872), poi Manzoni, l'Olimpia (1899), distrutto nel 1943. Nel periodo fra le due guerre spiccava l'attività del teatro Odeon (1928), cui si aggiunse nel 1938 il Teatro Nuovo, ancor oggi tra i più frequentati teatri milanesi, assieme al Piccolo Teatro (1947), al teatro di via Manzoni (1950), che dal 1963 ha preso il nome di teatro di via Manzoni “Renato Simoni”. [...]
[...] La popolazione in età scolare sta diminuendo fortemente, anno dopo anno. Le strutture scolastiche, in passato sovraffollate, stanno diventando esuberanti. Dopo aver ridotto il numero medio di alunni per classe, è iniziata da alcuni anni la chiusura di interi edifici scolastici, che dovranno essere destinati ad altri usi. Il fortissimo aumento degli anziani (il numero delle persone di oltre 80 anni è di molte decine di migliaia) e i cambiamenti avvenuti nella composizione delle famiglie stanno mettendo in crisi le strutture sanitarie e assistenziali. [...]
[...] Il duca venne assassinato nel 1476 da alcuni patrizi imbevuti di cultura classica, i quali sognavano un utopistico ritorno alle libertà repubblicane; il popolo però non rispose al loro appello di restaurare la Repubblica e Bona di Savoia, vedova del duca ucciso, tenne saldamente la reggenza per il piccolo Gian Galeazzo: in realtà l'amministrazione dello Stato continuò a rimanere nelle mani di Cicco Simonetta. Subito dopo la morte di Galeazzo Maria, dalla Francia rientrò a Milano suo fratello, Ludovico il Moro, che giurò fedeltà al nipote (1477). Egli riuscì prima a convincere Bona di Savoia a sacrificare il cancelliere Simonetta (che fu fatto decapitare, 1480), quindi estromise la stessa duchessa e assunse la tutela del nipote. Negli ultimi decenni del XV sec. [...]
[...] Dopo Filippi, portati i confini alle Alpi, Milano entrò a far parte dell'Italia, mentre i suoi cittadini vennero iscritti nella tribù Ufentina. La sua erezione, poi, a capitale dell'XI regione d'Italia (Transpadana), a opera di Augusto, favorì il suo sviluppo urbanistico e accrebbe la sua importanza militare e politica. Dotata di mura e assunta la consueta struttura quadrata della città romana, divenne il nodo di una ben organizzata rete stradale e il centro di raccolta e di approvvigionamento delle legioni destinate a spedizioni militari nelle regioni settentrionali. [...]
[...] vi matura quel romanico - lombardo divenuto esemplare come la più alta espressione di razionalità spaziale espressa dall'Europa dopo la caduta dell'Impero. Sant'Eustorgio, San Babila, San Celso, San Sepolcro, Sant'Eufemia, San Calimero, Santa Maria la Rossa e lo stesso Sant'Ambrogio sono i titoli delle chiese ancora superstiti, alcune quasi irriconoscibili sotto le modifiche e le giunte, altre ripristinate, ma tutte imponente testimonianza di un insigne momento costruttivo. Degli inizi del XIII sec. sono l'edificio civile del Broletto, l'abbazia di Chiaravalle Milanese consacrata nel 1221 e completata alla metà del XIV sec. [...]
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