Oltre i due terzi della popolazione della maggior parte dei paesi dell'Arabia sono urbanizzati. Fanno eccezione l'Oman e i due Yemen, paesi con un'antica tradizione di piccoli centri rurali. Nonostante la parziale sedentarizzazione e urbanizzazione, una parte considerevole della popolazione dell'Arabia è costituita ancora da tribù di Beduini nomadi, che vivono sparsi e divisi in gruppi autonomi spesso ostili tra loro. Durante l'inverno le tribù sono abbastanza raggruppate e si spostano entro distanze relativamente brevi, poiché i pascoli, magri e discontinui, si rinnovano in autunno e forniscono cibo sufficiente per i greggi di ovini, di caprini e di cammelli. Ma la stagione secca costringe i Beduini ad abbandonare il deserto prima della fine della primavera.
[...] I regni dei Sabei di Saba) e di Hadramaut (con cap. Shabwa) erano in attive relazioni commerciali con la costa orientale dell'Africa, con l'India, con l'Egitto e con l'Occidente greco e persiano. Carovane percorrevano da nord a sud la penisola, in cui anche l'arte greco- romana ha lasciato le sue tracce. Vaste rovine di templi a divinità pagane e iscrizioni in scrittura thamudica(dal nome di un'antica tribù di Egra, i Thamud), scoperte recentemente, hanno costretto a rivedere e a completare il quadro, finora classico, dell'Arabia preislamica come di un paese di pastori nomadi, dalle tribù litigiose, ma senza una grande storia. [...]
[...] I porti, assai numerosi, hanno però un retroterra limitato. In genere sono anche centri artigiani di costruzioni navali e basi per la pesca, particolarmente quella delle ostriche perlifere sulle rive del Golfo Persico; alcuni sono tra i più grandi e i più modernamente attrezzati del mondo, in grado di accogliere petroliere di oltre 500.000 tonnellate, e sono collegati con i campi e con le raffinerie da una vasta rete di oleodotti, gasdotti, ecc. (Mina al-Ahmadi nel Kuwait, Tannura e Dammam nell'Arabia Saudita, Umm Sa‘id nel Qatar, Manama nell'isola di Bahrein). [...]
[...] La dinastia che governò questo Stato, l'ingrandì rapidamente: nel 1803, dopo una guerra abbastanza impegnativa, conquistò La Mecca e giunse fino a minacciare i confini della Siria e dell'Iraq. La Turchia dovette chiedere allora aiuto a Mehmet Ali, viceré d'Egitto, che annientò la potenza saudita (presa di Al- Dir‘iyya, 1818). Quindi gli Inglesi, con un intervento armato, occuparono Aden (1839), estesero la loro zona d'influenza lungo le coste verso Mascate, e stabilirono il loro protettorato sull'imanato di Oman (1891). Lo Stato saudita veniva però ben presto ricostituito da Turki ibn Allah, che stabilì la sua capitale a Riad; e riprendeva nuovo vigore con al- ‘Aziz (1902). [...]
[...] Il Neged, diviso tra il principato del Gebel Shammar, con capitale e quello dell'imam dei wahhabiti, fu da Ibn Sa‘ud unificato a proprio vantaggio. Vinti poi gli Hashimiti della Mecca, Ibn Sa‘ud si proclamò re dell'Hegiaz, e in seguito costituì il regno dell'Arabia Saudita. I piccoli principati delle coste meridionali e orientali dell'Arabia (Hadramaut, Qatar, isole Bahrein, Kuwait) furono invece posti alle dipendenze dell'Inghilterra che già possedeva Aden. Dopo la seconda guerra mondiale, numerosi Stati divennero indipendenti: così nel 1961 il Kuwait e nel 1971 il Qatar e Bahrein. [...]
[...] Le oasi di Hufuf, Riad (Riyad) e La Mecca, come pure i porti e le città dell'interno, sono collegate da strade o piste carovaniere, sulle quali i camion si sono fatti più frequenti dei cammelli. Nonostante i progressi compiuti, la rete stradale della penisola arabica è oltremodo esigua (salvo che nella fascia costiera prospiciente il Golfo Persico) e del tutto insufficiente. La rete ferroviaria è praticamente inesistente dato che vi sono due sole linee funzionanti (per un totale di poco più di 1000 km di binari), mentre una terza è in fase di ricostruzione. All'inadeguatezza delle comunicazioni terrestri si è però ovviato in considerevole misura con un notevole sviluppo dei trasporti aerei. [...]
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