Austria, in ted. Österreich, Stato dell'Europa centrale, situato tra la Germania, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l'Ungheria, la Slovenia, l'Italia, la Svizzera e il Liechtenstein; 83.855 km²; 8.046.535 ab. Cap. Vienna. Città principali: Graz, Linz, Salisburgo, Innsbruck. L'Austria è una repubblica federale formata da nove Stati federali (Bundesländer): Vienna, Austria Inferiore (o Bassa Austria), Austria Superiore (o Alta Austria), Salisburgo (o Salisburghese), Stiria, Carinzia, Tirolo, Vorarlberg, Burgenland.
Costituitasi sulle rovine dell'Impero absburgico in seguito ai trattati di Saint-Germain e del Trianon (1919-1920), l'Austria attuale si estende da ovest a est per più di 500 km. Il suo territorio, che verso ovest ha un'ampiezza variante dai 30 agli 80 km, si allarga verso est, abbracciando l'estremità orientale delle Alpi e una parte delle grandi pianure dell'Europa centrorientale. La densità media della popolazione è di 96 ab. per km², ma, se si esclude Vienna, essa supera di poco i 72 ab. per km².
[...] 1924) e di Ernst Jandl (n. 1925). Anche dopo che il “Gruppo dei poeti di Vienna” si è dissolto, la carica provocatoria suscitata da quella sperimentazione avanguardistica continua a essere efficace. Più che l'azione di gruppo conta ora l'opera individuale; e in questo senso emerge sempre più l'attività letteraria di Peter Handke, di Ernst Jandl, della Mayröcker soprattutto, del solitario e scontroso Thomas Bernhard, l'interprete più originale della nostra epoca. Più compatta è forse l'azione del “Gruppo di Graz” (“Forum Stadtpark”), non solo grazie alla rivista Manuskripte, che ne è l'espressione, ma anche per il fatto che quasi tutti gli scrittori del gruppo sono in certo modo uniti dal loro editore, il “Residenz Verlag” di Salisburgo, che ha saputo organizzare manifestazioni culturali che rivelano la vitalità della letteratura contemporanea. [...]
[...] Nel 1946, comunque, abolita la legislazione nazionalsocialista, furono iniziate riforme economiche e finanziarie. Dal 1946 al 1954 il governo intavolò lunghe trattative con gli Alleati sulla triplice questione dei beni tedeschi sequestrati nel 1945, di un eventuale esercito austriaco e infine del futuro statuto internazionale del paese; appunto in tale clima si inquadra il viaggio a Mosca del cancelliere austriaco Raab su invito sovietico, motivato dal desiderio di ottenere la conferma dell'indipendenza e di porre fine all'occupazione straniera; e infatti il memorandum di Mosca che ne fu diretta conseguenza (15 aprile 1955), oltre a rendere nuovamente al paese la sua piena sovranità, pose i princìpi della neutralità dell'Austria. [...]
[...] All'epoca dell'Anschluss sorsero gli impianti siderurgici di Linz (oggi centro principale di questo settore). Una parte della produzione viene avviata via Danubio alle acciaierie di Krems e di Liezen (in Stiria, sull'Enns). La maggior parte delle aziende è stata riunita in una società nazionale (Vereinigte Österreichische Eisen - und Stahlwerke o VÖEST). La produzione di acciaio, che si aggira intorno ai milioni di tonnellate, alimenta l'importante metallurgia di trasformazione la quale poggia anche, in parte, su basi energetiche nazionali. Esauritisi ormai da tempo i giacimenti di antracite di Grünbach, nell'Austria Inferiore, l'Austria dispone solo dei pur ricchi giacimenti di lignite nei bacini terziari dell'Austria Superiore e della Stiria, la cui produzione è peraltro notevolmente diminuita nell'ultimo decennio. [...]
[...] All'interno del paese lo Schwarzenberg continuò la controrivoluzione. La patente del 31 dicembre 1851 annullò la costituzione liberale del marzo 1849, sopprimendo praticamente ogni rappresentanza popolare; il regime neoassolutista, detto “sistema di Bach” dal nome del ministro degli interni, vero arbitro del governo dopo la morte prematura dello Schwarzenberg (aprile 1852), rimase in vigore fino al 1859. Per iniziativa del Bach, ex liberale divenuto più autocratico e centralizzatore dello stesso Metternich, fu rafforzata l'unità amministrativa e accresciuta l'influenza dell'esercito e della polizia. [...]
[...] Ma tali iniziative, troppo timide per gli uni e troppo spinte per gli altri, non fecero che incoraggiare le tendenze estremiste. Fra gli Slavi solo i Polacchi si adattarono al regime, perché ottennero un ministero speciale e fu loro riconosciuto il diritto di amministrare direttamente la Galizia; in Boemia invece le radicali tendenze nazionaliste si rafforzarono, mentre in Austria il vecchio partito costituzionale-nazional-liberale veniva superato dai nazional-tedeschi di Schönerer, alcuni dei quali reclamavano l'annessione alla Germania. Verso il 1880, inoltre, Karl Lueger costituì il partito cristiano-sociale, violentemente antisemita, che si diffuse fra la piccola borghesia urbana. [...]
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